societa aurifere nel 2014 di nuovo a favore dell hedging

Società aurifere: nel 2014 di nuovo a favore dell’hedging

Il termine hedging è prettamente finanziario. Sta a indicare quella strategia di investimento studiata per ridurre al minimo i rischi legati all'operazione stessa mediante opzioni put and call, vendite allo scoperto e contratti future e forward. Tutti questi strumenti finanziari sono in grado di ridurre la volatilità di un portafoglio e, di conseguenza, diminuire notevolmente il rischio di perdite. Un ulteriore vantaggio offerto dall'hedging consiste nella possibilità di assicurarsi un profit lock-in, ovvero una performance predeterminata, anche in caso di andamento del mercato in direzione opposta a quella prevista.
Durante gli anni '90 questa operazione finanziaria interessava principalmente le società aurifere, che proprio in quel periodo hanno raggiunto un picco altissimo (circa 3000 tonnellate nel 1999). Poi dal 2001 al 2011 si è assistito ad un incremento del prezzo dell'oro, che è passato da 260 a 1920,30 dollari l'oncia, obbligando le società minerarie a sborsare cifre esorbitanti per liberarsi di contratti che le obbligavano a vendere a prezzi divenuti ormai stracciati. Da quel momento nessuna società mineraria aveva più osato affidarsi all'hedging.

Qualche tempo fa, Polyus Gold ha annunciato di voler mettere in atto una maxioperazione che riguarderà 88 tonnellate di oro nei prossimi quattro anni. Secondo gli analisti si tratterebbe di una operazione effettuata dal colosso russo per salvaguardare e garantire lo sviluppo della miniera Natalka in Siberia orientale. Sempre secondo il parere degli analisti, questa operazione non significherebbe necessariamente un ritorno delle società aurifere all'hedging, almeno finché il prezzo dell'oro e il contango (cioè lo sconto della consegna a pronti su quella a futuri) non risulteranno più appetibili per le società aurifere.

Resta il fatto però che già prima dell'annuncio dell'operazione di Polyus Gold, si era già registrata una piccola inversione di tendenza. Le società infatti, già nei primi mesi del 2014, avevano venduto a termine più oro di quanto ne avessero riacquistato. Questo è quanto riportato dal Global Hedge Book Analysis della Société Générale e da Gfms. Non si tratterebbe di grosse variazioni: nel primo trimestre 2014 l'incremento dell'hedge book è stato dell'11%, passando da 278.000 a 2.800.000 once. Sono state diciassette società a vendere in anticipo la loro produzione per permettere di bloccarne il prezzo, per una quantità complessiva di diciannove tonnellate di oro.
Nonostante gli emulatori che seguiranno Polyus nel rientro nell'hedging e la mossa di alcuni produttori che l'hanno preceduta (fra cui spicca Petropavlovsk), sembra improbabile ipotizzare un ritorno a questa pratica su larga scala, come avvenuto negli anni '90. A frenare questa tendenza contribuiscono notevolmente anche le società che gestiscono fondi di investimento, interessate attraverso le società aurifere a garantirsi una completa esposizione alle fluttuazioni dell'oro, che di conseguenza esercitano forti pressioni perché queste ultime non si lascino tentare.

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